In attesa della finale, l’ex calciatore del Milan Roberto Donadoni si racconta: ecco la mia esperienza a Gedda.
Manca sempre meno al grande appuntamento di Gedda, dove si disputerà la finale di Supercoppa Italiana. Un appuntamento troppo importante per i rossoneri di Gattuso, chiamati a una risposta di maturità contro la Juventus. Un grande ex rossonero come Roberto Doandoni, ha rilasciato qualche ora fa alcune dichiarazioni a riguardo. L’allenatore conosce bene l’Arabia Saudita in quanto concluse la sua carriera da professionista lì con la maglia dell’Al-Ittihad. Ecco le sue parole:
“Nei giorni scorsi ho seguito poco il dibattito. Posso dire con cognizione di causa che si tratta di luoghi dei quali, se non ci vai, non puoi renderti conto. E non bastano certo tre o quattro giorni. Io ci ho vissuto per sei mesi, da novembre ad aprile. La ritengo un’esperienza importante della mia vita, non solo della carriera. Mia moglie andava e veniva dall’Italia“.
“Quand’era a Gedda, doveva vestirsi con l’abaya e mettere il velo, sempre. La polizia morale, i mutawa, vigilava col frustino per chi sgarrava”, prosegue il racconto di Roberto Donadoni.
Verso la finale di Supercoppa Italiana
Parole che sottolineano quanto la realtà del Paese sia complicata per la donne e il contesto generale di vita sia complicato ogni giorno che passa. Da calciatore Roberto ha vinto numerosi titoli, giocato con grandi campioni e ottenuto grandi panchine da allenatore. L’Arabia Saudita, come lui ricorda è stato qualcosa in più rispetto all’esperienza calcistica. Si prevede una finale ricca di tensione, sia a livello sportivo che ambientale. La speranza è che emerga lo spettacolo e possa essere un evento ricordato per le belle giocate in campo e il sorriso dei tanti presenti sulle tribune.